Grazie ad una nuova legge approvata a gennaio, lo Stato ha reso possibile per i cittadini donare il proprio corpo alla ricerca scientifica e medica, delineando un iter e fornendo tutte le tutele necessarie ai donatori. Scopriamo insieme cosa prevede la legge e come ci si può muovere per effettuare la donazione.
Ma cosa vuol dire donare il proprio corpo post-mortem?
La legge è articolata secondo quattro passaggi, di cui il primo rappresenta quello più importante: la dichiarazione del cittadino di voler effettuare la donazione del proprio corpo. A tale scopo, basterà compilare gli appositi moduli come si procede già per la donazione degli organi, attraverso il Testamento Biologico (Dat). Qui troverai una guida utile a muoversi con la dichiarazione.
Il punto successivo specifica che per poter effettuare una donazione del proprio corpo dopo il decesso è necessario aver indicato un fiduciario nel proprio Dat, e che in assenza di questa specificazione non sarà possibile procedere alla donazione.
Il terzo punto prevede l’istituzione di centri territoriali per la gestione dei corpi donati alla scienza. E’ qui che le istituzioni di formazione che ne hanno bisogno dovranno rivolgersi per poter usufruire del servizio, mentre per le istituzioni sanitarie basterà rivolgersi all’autorità sanitaria locale.
Il quarto ed ultimo punto della legge stabilisce che il corpo del defunto che effettua la donazione debba essere restituito ai familiari entro dodici mesi dal decesso, ed in condizioni dignitose. Tutte le spese di trasporto della salma, di tumulazione e di cremazione dovranno essere sostenute dal centro che ha preso in carico il corpo. Il passaggio successivo sarà ora attendere che la legge entri effettivamente in atto, con la concreta istituzione dei centri locali.